APPUNTAMENTO

domenica 03 marzo 2019

Omaggio a Johann Sebastian Bach

Rassegna Internazionale di Musica Organistica

Treviso,

Chiesa di San Giuseppe

Ore 17.00 presentazione concerto
Ore 17.30 inizio concerto

Ingresso libero

Adriaan Hoek

Organo Dell'Orto e Lanzini, 1990

CONTESTO

Johann Sebastian Bach, meritatamente collocato nell’Olimpo dei geni immortali, è il protagonista assoluto della sua epoca e la sua musica per organo è la manifestazione di un’inesauribile e profonda creatività che non ha mai avuto uguali nella storia.

 

Le opere in programma includono composizioni appartenenti al periodo della maturità e agli anni giovanile dell’autore e offrono un ritratto multiforme della sua fantasia e capacità inventiva.

 

La Pièce d’Orgue è una travolgente Fantasia divisa in tre parti che inizia con un brillante “monologo” successivamente inghiottito dall’imponente massa sonora a 5 voci della parte centrale. Sorprendente il passaggio alla terza parte la cui potenza drammatica viene espressa attraverso una catena di rapide note, che come un forte vento si staglia sopra una lenta ed inesorabile discesa alle note più gravi dell‘organo.

 

Le partite Ach was soll ich Sünder machen (Oh, cosa dovrei fare, io peccatore) è un ciclo di 10 variazioni sopra un canto in cui all’epoca, molto probabilmente, ogni singola variazione veniva eseguita in alternanza con le strofe intonate dall’assemblea.

 

Si tratta di una tra le più suggestive composizioni appartenenti al periodo giovanile nella quale estro e spontaneità vestono, tra una variazione e l’altra, i panni che ricordano i modelli (Pachelbel e Böhm in particolare) a cui Bach si è ispirato.

 

An Wasserflüssen Babylon (Sui fiumi di Babilonia) è un preludio corale il cui testo, ispirato al salmo 139 di David, evoca con nostalgia e mestizia la prigionia del popolo ebraico. Sulla melodia sobriamente ornata del canto, e in sintonia allo spirito del testo, Bach vi ha adattato una musica da sogno illuminata da un lirismo estatico.

 

Se Bach viene ritenuto immortale lo si deve anche alla sua Passacaglia in do minore, una tra le più impressionanti composizioni per organo. Un tema affidato al pedale e ripetuto ostinatamente apre ad una serie di 20 variazioni e una fuga “intrecciate così ingegnosamente da non finire mai di stupire” (R. Schumann).