APPUNTAMENTO
D. Buxtehude, icona del ‘600 organistico tedesco
Rassegna Internazionale di Musica Organistica
Treviso,
Chiesa di San Giuseppe
Ore 17.00 presentazione concerto
Ore 17.30 inizio concerto
Ingresso libero
Alberto Gaspardo
Organo Dell'Orto e Lanzini, 1990
Johann Nikolaus Forkel, autore della prima biografia su Johann Sebastian Bach, ci ricorda che quest’ultimo, giovanissimo, intraprese un lungo viaggio a piedi per raggiungere Lubecca per “sentir suonare Dietrich Buxtehude (…) ai suoi tempi celeberrimo e veramente insigne artista”.
Di Buxtehude, il più ammirato tra gli organisti tedeschi del ’600, impressiona la grande fantasia e forza drammatica delle sue composizioni. Viene infatti considerato come l’apice di quel genere compositivo, tipico della musica per organo tedesca della sua epoca, chiamato Stylus Phantasticus.
Secondo i teorici dell’epoca le caratteristiche fondamentali dello Stylus Phantasticus sono rappresentate da un‘arte compositiva, vocale e strumentale, molto libera e aperta ad ogni ispirazione in cui abbondano fantasia e ricchezza di contrasti, veloci cambi di idee musicali, passaggi virtuosistici per il solo pedale e il sostegno di un‘armonia audace e spesso dissonante.
I Preludi di Buxtehude sono dei grandi affreschi che esprimono una tormentata ricerca nella quale accenti drammatici e profonda inquietudine si alternano a momenti di disarmante dolcezza e semplicità.
La versione bachiana di Erbam Dich mein, O Herre Gott (Abbi pietà di me, o Signore) è una supplica rivolta a Dio espressa per mezzo di accordi dissonanti incessantemente ripetuti, quasi a significare l’inquietudine e il senso i colpa che opprime il fedele.
Diverso, ma non meno coinvolgente, è il ciclo di tre coppie di variazioni sul medesimo corale di Sweelinck. Del genere è l’opera più significativa dell’autore che delinea un compendio dell’arte della variazione su corale.
Il Preludio e Fuga in do maggiore di Bach appartiene al periodo della maturità compositiva dell’autore. Si tratta di un esempio sintesi e perfezione formale, un immenso “carillon” festoso coronato da una grandiosa fuga a 5 voci.